Premessa:
Desideravamo da tempo fare un viaggio a caccia di aurore boreali e a contatto con la natura, esplorando luoghi distanti tra loro e cercando di risparmiare il piรน possibile in un paese in cui il costo della vita รจ molto elevato.
Dati i lunghi spostamenti programmati e le temperature molto basse, abbiamo scelto di noleggiare unโauto prenotandola online mesi prima (per i dettagli dei costi clicca QUI)
12/02: partenza
13/02: arrivo a Tromso
14/02: slitta & cani
15/02: verso le Lofoten
16/02: Henningsvaer e Svolvaer
17/02: arrivo ad A
18/02: Reine e Nusfjord
19/02: Ramberg
20/02: allenamento
21/02: rientro
Sono dolorante, un pรฒ scosso ma felice. Nei mesi scorsi ho fatto una promessa a me stesso: al raggiungimento dei fatidici 30 anni, per celebrare quel bambino interiore avventuroso e pieno di energie che non voglio invecchi mai, avrei dovuto fare una cosa che non avevo mai fatto prima. Dolorosa, ma non troppo (dicevano): piantarmi un orecchino nel lobo sinistro.
Per una serie di coincidenze non sono riuscito a farlo a Madrid, nel weekend che avevo organizzato per festeggiare il mio ingresso negli โ-entaโ, e allora non mi rimane che farlo adesso, appena prima della partenza per la Norvegia.
Giulia imbraccia lโago cannula da due euro comprato in farmacia qualche giorno prima e, veloce e decisa, me lo pianta nella carne. Rimango immobile, nonostante faccia un male cane. Sono io che sopporto male il dolore? ร lโago che รจ sovradimensionato per il lavoro che deve fare? Lโeffetto รจ amplificato dalla mia innata paura per gli aghi? Non lo so, ma fa un male fottuto ed esce qualche goccia di sangue.
Nonostante tutto sono felice. Poco mi importa del bruciore e del fatto che per i prossimi dieci giorni dovrรฒ tenere addosso un orecchino femminile (perchรจ non ne avevo nemmeno uno, quindi ne ho chiesto uno in prestito a Giulia), finalmente posso dire di aver onorato il mio patto, e questo mi gasa tantissimo.
Adesso siamo pronti. Pronti per andare a Milano dove allโalba partirร il nostro volo che ci porterร a nord a caccia di aurore boreali.
Arriviamo a Tromso nel pomeriggio, con un ritardo di due ore dovuto alla cronica mancanza di puntualitร della compagnia SAS, andiamo al consigliatissimo Smarthotel a lasciare le valige e decidiamo di fare un giro per le vie della cittร . Tromso ci accoglie sotto una fredda nevicata accompagnata da decise raffiche di vento, ma รจ cosรฌ bella e ordinata che non ci facciamo caso. Gironzoliamo senza guanti per scattare qualche foto, gelandoci presto le mani, e dobbiamo stare attenti a non scivolare in alcuni punti per via dello spesso strato di ghiaccio che ricopre alcune parti della strada e dei marciapiedi, dove gli efficienti spazzaneve non sono riusciti a pulire. Lโatmosfera รจ magica, le case sono per la maggior parte in legno, ben tenute, tutto รจ molto ordinato e la cittร รจ circondata dal mare e dalle montagne.
Prima di rientrare in Hotel, decidiamo di passare al supermercato a comprare qualche birra, visto che รจ consentito mangiare cibo portato da fuori nella sala da pranzo e consumare gratuitamente acqua, caffรจ e thรจ forniti dallโhotel. Qui ci aspetta una brutta sorpresa: il cassiere ci dice che non รจ consentito acquistare alcolici dopo le 20:00 (e nemmeno consumarli per strada dopo le 18:00), ed essendo che siamo in ritardo di ben 6 minuti (sรฌ, erano le 20:06, avete capito bene) lui non puรฒ farci nulla. Le regole sono regole.
Con un pรฒ di amaro in bocca rientriamo in hotel a mangiare un poโ del cibo che ci siamo portati in valigia dallโItalia, visto che in Norvegia i prezzi sono spesso molto elevati e volevamo evitare di spendere una fortuna per sfamarci.
Scarichiamo una app che permette di prevedere quando ci saranno le condizioni migliori per vedere lโaurora boreale (si chiama โAuroraโ, ma ce ne sono molte altre), e ci accorgiamo che sarร intorno alle due di notte. Nonostante la stanchezza, decidiamo di andare a letto e puntare la sveglia allโ1:30, in modo da avere un pรฒ di tempo per raggiungere un punto buio dove provare a vedere e fotografare le leggendarie luci del nord.
Ieri notte siamo riusciti a vedere lโaurora nei pressi del parco intorno allโuniversitร , nella parte ovest dellโisola. In riva ad una spiaggia coperta di neve abbiamo fermato lโauto e Giulia รจ balzata giรน mettendosi a saltare di gioia poco dopo: nel cielo si vedevano dei bagliori, non molto forti, ma inequivocabilmente attribuibili allโaurora boreale. Lโatmosfera era magica! Nonostante il vento gelido fortissimo, abbiamo montato il cavalletto e provato a scattare qualche fotografia, riuscendo nel nostro intento. Non erano sicuramente foto da National Geographic, ma erano comunque molto buone, e lโemozione di riuscire a scorgere le luci nel cielo giร la prima sera รจ stata grandiosa.
Contenti e sorridenti abbiamo provato a spostarci in un punto piรน buio, per vedere meglio i colori delle luci, ma quando abbiamo trovato una buona zona lโaurora aveva giร deciso di ridurre la sua attivitร . <<Poco male, ci riproveremo domani>> ci siamo detti, dirigendoci verso i nostri caldi e morbidi giacigli per riposare circa quattro ore: lโindomani mattina presto avremmo dovuto svegliarci per fare unโescursione con una slitta trainata da bellissimi cani che sarebbe durata quasi tutta la giornata. Avessimo saputo subito quanto puรฒ essere faticoso condurre una slitta avremmo sicuramente dormito qualche ora in piรนโฆ
Ore 18:00
Dopo poco piรน di mezzโora di bus incontriamo la nostra guida che ci porta in un piccolo capanno. Noi e qualche altro turista in cerca di avventura entriamo e veniamo assaliti subito da un odore molto forte diโฆ cane!
<<questi sono gli abiti adatti per affrontare la giornata, scegliete la taglia e cambiatevi>> ci dice gentilmente la ragazza addetta ad aiutare gli stranieri sprovveduti come noi che non hanno dimestichezza con lโabbigliamento artico. Sono capi molto pesanti e tecnici, di ottima fattura, con lacci, bretelle e cinture che ti fanno diventar matto per indossarli, ma sono anche molto efficaci. ร chiaro che, anche non essendo visibilmente sporchi, non vengono lavati tutti i giorni, perchรจ lโodore penetrante di animale ha origine proprio da loro. Poco male, ci renderanno giร โamiciโ al naso dei nostri compagni a quattro zampe. Quando ci avviciniamo a loro, ci salutano con delle gran feste, sono molto affettuosiโฆ tanto che io e Giulia ci distraiamo a giocare con loro e non ascoltiamo una parola della guida che sta spiegando come condurre una slitta.
I risultati si vedono dopo i primi metri: appena partiamo sono fortunato che i cani seguono la slitta del loro padrone, non dandomi pensieri su come far girare quellโaggeggio, ma dopo qualche curva iniziano le difficoltร . Le nostre traiettorie diventano particolarmente fantasiose, e ci portano ad osservare molto da vicino i pochi alberi che ci circondano. Durante le salite poi, la guida diventa particolarmente faticosa, perchรจ il nostro leader ha deciso di dare a tutti solo quattro cani per slitta al posto di sei, come di consueto, per evitare che perdessimo il controllo della stessa a causa del fondo particolarmente ghiacciato di questi giorni. Il risultato รจ che ad ogni salita devo spingere parecchio per aiutare i cani, rischiando di perdere un polmone dal poco fiato che mi rimane. Lo sforzo perรฒ รจ ampiamente ripagato dalla bellezza dei paesaggi. Immersi in una natura incontaminata, vediamo neve a perdita dโocchio, circondati da montagne imperiose ed eterne vallate che sembrano messe lรฌ apposta per ricordarci quanto siamo piccoli e quanto sia breve la nostra esistenza.
A metร percorso, durante una pausa, vediamo anche un branco di renne che passa a qualche metro da noi. Ci rendiamo conto che siamo in un posto veramente speciale.
Al ritorno andiamo molto piรน veloci, avendo capito finalmente come si guida una slitta decentemente, facendo curve in derapata e qualche salto (poco gradito alla schiena di Giulia, che in quel momento era seduta molto in basso, nel posto del passeggero). Qualche altro turista si ribalta anche, senza gravi conseguenze, ma noi no. Ci sentiamo pronti per affrontare una vita intera con una slitta al posto dellโauto.
Tornati al campo base, ci raduniamo intorno al fuoco a gustare thรจ, caffรจ e biscotti, e mi rendo conto che ho faticato cosรฌ tanto che si vede il sudore sotto le ascelle sulla spessissima giacca tecnica in affitto! Dovendo recuperare molti liquidi, decidiamo di andare nel pub piรน famoso di Tromso, appena salutati i simpatici cani e tornati in cittร .
lโOlhallen ha circa una sessantina di birre diverse alla spina, prodotte nellโadiacente birrificio Mack, che รจ il piรน a nord del mondo. Lโatmosfera รจ splendida e la birra รจ ottima, anche se decisamente cara. Ma i liquidi vanno reintegrati in qualche modo no? E allora facciamo uno strappo alla regola del โrisparmia piรน che puoiโ per una volta e godiamocela un poโ.
Stasera usciremo di nuovo per un altro raid alla ricerca delle aurore boreali, sacrificando novamente altre ore di sonno. Non ci pentiremo per niente di questa scelta.
Ore 23:00
Siamo di ritorno, diretti in stanza, dopo aver visto unโaurora splendida! Ci siamo fermati in un boschetto appena dopo il ponte di Tromso. Sulla destra, abbiamo trovato una piazzola dove lasciare lโauto, abbiamo attraversato la strada ghiacciata nel buio piรน completo, sapendo che non รจ proprio il massimo della sicurezza. Dopo qualche metro a piedi abbiamo trovato un posto buio, con una buona visuale e lรฌ siamo rimasti esterrefatti.
I bagliori si sono accesi tantissimo ed รจ inevitabilmente scesa qualche lacrima di gioia quando il cielo ci ha regalato anche la cosiddetta โdanza dellโauroraโ come gran finale dello spettacolo che la natura sembra abbia preparato per noi. Affrontare il buio, il freddo e la stanchezza ci ha ampiamente ripagato stasera.
Questa mattina ci siamo svegliati presto per affrontare il lungo spostamento da Tromso alle isole Lofoten eโฆ brutta sorpresa! Mentre mi piegavo per aprire la valigia si รจ rifatta viva la mia ernia del disco. Panico: lโultima volta sono stato a letto quasi 2 mesi prima di riprendermi.
Giulia cerca una farmacia mentre io rimango immobile a contemplare il soffitto della stanza e il muro di fronte a me, dove cโรจ scritto a caratteri cubitali โyou are smartโ.
Quando Giulia rientra in stanza sono carico di autostima, ma ancora molto dolorante, e solamente una massiccia dose di Voltaren e Paracetamolo riesce ad alleviare parzialmente il dolore.
Ad ogni modo, partiamo! Facciamo fatica a non fermarci ogni 50 metri: dietro ad ogni curva ci aspettano paesaggi mozzafiato che meriterebbero ore di contemplazione. Acqua, ghiaccio e cielo si fondono in mille sfumature di azzurro, e il sole che ci accompagna rende la neve luccicante, lasciandoci a bocca aperta.
Unโora circa dopo la partenza, vediamo sul ciglio della strada due ragazze che fanno lโautostop, nel bel mezzo del niente. Giulia mi sprona a fermarmi per dargli un passaggio e io, un pรฒ perchรจ ero curioso di sapere che tipe erano due che decidono di girare in autostop in pieno inverno in Norvegia, e un pรฒ per non farmi venire sensi di colpa a lasciarle da sole a gelare, mi fermo. Facciamo cosรฌ la conoscenza di Aish, unโindiana, e Fliz, originaria della Turchia. Scopriamo che non hanno una meta precisa, e quando gli diciamo che siamo diretti alle isole Lofoten, sono ben felici di farsi scarrozzare fin lร da noi, anche se le porta abbastanza lontane dal punto in cui avrebbero dovuto prendere lโaereo (o la nave? Non ricordo) due giorni dopo.
Qualche ora dopo, mentre sta iniziando a calare il sole, siamo costretti a fermarci bruscamente su una piazzola. Nonostante il cielo non sia ancora del tutto scuro, vediamo unโaurora spettacolare, che sembra ritoccata al computer da quanto รจ bella! Copre lโintero cielo e ad un tratto inizia anche a danzare vistosamente, mostrandosi in alcuni momenti anche viole e rosa, oltre che di un verde molto acceso. Magari non cโentra nulla, ma io e Giulia vogliamo pensare che le due autostoppiste ci abbiano portato fortuna, non avremmo mai immaginato di poter vedere una meraviglia simile.
Ore 19:00
Arriviamo al nostro campeggio, dove soggiorniamo in una graziosa casetta completamente in legno, stile baita, che si affaccia sul lago. Riusciamo a fare finalmente una cena calda, grazie al cucinino, e ci sentiamo in paradiso! Con la pancia piena usciamo nuovamente per scrutare il cielo dal piccolo molo poco distante, prima di rientrare e dormire come sassi.
Ci svegliamo giusti giusti per ammirare lโalbeggiare. Cโรจ giร luce ma il sole ancora non si vede. Dalla finestra della nostra camera ammiriamo il sole che fa capolino da dietro le montagne, inondando la vallata di una luce dorata che rende il paesaggio di fronte a noi irreale. Nonostante sia il quarto giorno in Norvegia, ancora non riusciamo ad abituarci alla bellezza di questo paese e rimaniamo attoniti.
Ore 21:00
Oggi abbiamo visto Henningsvaer e Svolvaer. Il primo รจ un paese molto carino, con il suo porticciolo dove abbiamo visto vecchi pescatori che ritiravano le reti sui loro piccoli pescherecci, al rientro di una battuta di pesca.
Svolvaer invece รจ piรน grande, e qui, ci siamo imbattuti per la prima volta nelle tipiche strutture in legno usate per appendere il pesce in modo da essiccarlo piene. Un consiglio: se vedete che non sono vuote, state lontani: lโodore รจ insopportabile.
Dopo un giro per la cittร , abbiamo deciso di andare a bere qualcosa nel famoso Magic Ice Bar, il locale con gli interni completamente di ghiaccio, compresi i bicchieri. Sapevamo che poteva essere una trappola per turisti, e cosรฌ si potrebbe definire in effetti, ma non ci siamo pentiti della nostra scelta. Allโinterno, oltre ad elaborate sculture di ghiaccio, abbiamo trovato (e provato) anche uno scivolo completamente di ghiaccio, rischiando piรน volte lโosso del collo cercando di lanciarci il piรน velocemente possibile.
Unโaltra magnifica alba ci da il buongiorno. Dobbiamo fare i bagagli per dirigerci allโostello di A (il paese con il nome piรน corto al mondo). Abbiamo programmato di fermarci al museo vichingo lungo la strada (poco prima di Vestvagoy), e rimaniamo piacevolmente impressionati da come i Norvegesi siano riusciti a valorizzare al meglio la storia e i reperti di questo popolo. Il museo รจ interattivo, con unโaudioguida consultabile dal cellulare compresa nel prezzo del biglietto, un piccolo cinema con cortometraggio che parte automaticamente ogni 20 minuti, e una fedele ricostruzione della fattoria vichinga scoperta in quel luogo. Consigliatissimo.
Come sempre su queste isole, i tempi degli spostamenti non si possono preventivare usando google maps, perchรจ la variabile piรน importante non viene considerata: il desiderio di fermarsi ogni pochi metri per ammirare e fotografare incantevoli paesaggi dove la natura รจ ancora la padrona di casa.
Verso sera arriviamo ad A, e ci sistemiamo nellโostello che รจ stato ricavato dalla ristrutturazione di alcune Rorbuer, le tipiche casette/palafitte di legno rosso dei pescatori, e scopriamo che fa parte dello stesso complesso anche il museo dello stoccafisso! ร a pochissimi metri dalla nostra stanza, ma fortunatamente non si sente alcun odore. Decidiamo che non andremo a vederlo, avendo poca fiducia sul fatto che un museo del genere possa essere interessante, e non avendo nemmeno sentito nessuno che ce lo consigliasse.
Oggi abbiamo girato con calma, sapendo che il tempo non sarebbe stato dei migliori, soprattutto in mattinata.
Abbiamo visto la tipica Reine, proseguendo poi fino allโantica Nusfjord: piccola, particolare, semi-abbandonata e trasformata in una specie di museo a cielo aperto, che assomiglia perรฒ a una enorme trappola per turisti.
Tornando indietro ci siamo fermati su una spiaggia molto grossa vicino a Ramberg, dove, nonostante il freddo, qualche surfista locale tentava di cavalcare le basse onde. Uno in particolare merita un plauso per la sua performance: la tecnica era alquanto scadente, ma la sua tenacia e la resistenza al congelamento erano da guinness dei primati.
Dopo qualche foto, ci siamo scaldati con una pessima cioccolata calda in un bar locale, scoprendo poi che era anche abbastanza cara, vista la scarsa qualitร (50 corone lโuna).
Anche oggi il tempo non รจ stato dei migliori, sebbene abbiamo avuto la fortuna di vedere qualche spiraglio di sole. Ci siamo svegliati con calma e siamo partiti in tardissima mattinata. Abbiamo fatto una spesa veloce al Joker (anche se i piรน convenienti sono il Rema 1000 e il Kiwi, ma non ce ne sono vicino ad A) e poi continuato il direzione delle spiagge di Ramberg.
La piรน famosa รจ vasta, contraddistinta dalla classica sabbia finissima, e con un breve trekking che si trova sulla sinistra la si puรฒ ammirare dallโalto. Questo รจ anche un ottimo posto per fare delle foto.
Al rientro abbiamo bevuto una birra tra quelle comprate in precedenza che ci ha letteralmente esaltato: la Haakon, prodotta dal birrificio Mack. Subito dopo, cercando il nome su internet, ci siamo resi conto che non capiamo nulla di birra, o forse, siamo gli unici al mondo che se ne intendono, perchรจ le recensioni online su questa birra erano tutte decisamente tiepide. Ovviamente lโopzione piรน verosimile รจ che siamo gli unici sommelier esperti di birre sul pianeta, e ci teniamo a sottolinearlo.
Aperta la seconda lattina, ci viene in mente di organizzare un viaggio in autostop, anche se non sappiamo bene dove, come e quando, documentando passo passo tutto ciรฒ che ci accade. Non saremo i primi al mondo a fare una cosa del genere, e nemmeno gli ultimi, ma lโidea di provare ci esalta molto.
Stamattina ci siamo svegliati presto per non arrivare troppo tardi a Tromso. Ce lโabbiamo fatta, passando in zone sulle montagne dove abbiamo toccato la temperatura limite da quando siamo qui di -19ยฐ.
Adesso siamo in una stradina buia, in mezzo al bosco, appena fuori Tromso. Mentre scrutiamo il cielo alla ricerca di aurore boreali per unโultima volta, vediamo parecchi abitanti locali che passano la loro serata in maniera abbastanza singolare. A volte con amici, ma spesso soli, si allenano armati di pila frontale nel buio della notte in mezzo al bosco, chi in bicicletta, chi con gli sci da fondo e chi a piedi, facendoci riflettere su quanto siano diverse le abitudini rispetto allโitaliano medio che passa la serata con il culo incollato al divano davanti alla TV.
Alle 14:00 ci imbarcheremo per tornare in Italia. Ripensiamo a tutto quello che abbiamo visto, alle esperienze vissute negli ultimi giorni, e non possiamo far altro che emozionarci unโultima volta, pensando che un giorno magari torneremo in questi luoghi. Forse dโestate, per vedere come cambia il paesaggio e la vita in queste terre che, in ogni caso, consigliamo a chiunque di visitare almeno una volta nella vita.
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